Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research condotto dallo spin-off universitario Ergon Research e la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), ha dimostrato che un ruolo cruciale nella trasmissione del contagio da coronavirus, lo gioca l’areazione forzata nella dispersione delle particelle potenzialmente contagiose.
Sappiamo che le goccioline salivari più grandi (droplet) cadono a terra per forza di gravità, ma quelle microscopiche che emaniamo con tosse, parlando o respirando (aerosol) restano più a lungo nell’aria prima di evaporare.
Lo studio è stato eseguito ricreando virtualmente la sala d’aspetto di un pronto soccorso pediatrico dotata di sistema di aerazione, con all’interno 6 bambini e 6 adulti senza mascherina. In questo ambiente virtuale è stato tracciato il comportamento delle goccioline e dell’aerosol nei 30 secondi successivi al colpo di tosse in tre diversi scenari: con il sistema di aerazione spento, a velocità standard e a velocità doppia. Misurando velocità, accelerazione, quantità, diametro delle droplet, turbolenza e moti connettivi generati dall’aria condizionata è stato documentato che il raddoppio della portata dell’aria condizionata (calcolata in metri cubi orari) all’interno di una stanza chiusa riduce la concentrazione delle particelle contaminate del 99,6%, ma al contempo la velocità maggiore causa una dispersione aerea più rapida a distanze più grandi. A condizionatore spento le persone più vicine a colui che tossisce (1,76 metri nella simulazione) respirano l’11% di aria contaminata mentre i più lontani (4 metri) non vengono raggiunti dalla «nube» infetta.
Ragionando su questi dati emerge che per abbattere il rischio di contagio sia necessario utilizzare sistemi di areazione forzata che prevedano anche l’abbattimento della carica microbica. Fuocofreddo produce Sanificatori Aria LED UV-C, con diverse portate d’aria, volti alla bonifica di ambienti da virus, batteri, spore e funghi. Queste soluzioni LED UV-C rappresentano un valido alleato al contrasto pandemico da Sars-Cov2, ma superato questo momento rimarranno comunque un ausilio al miglioramento della qualità della vita da tutti quelli che possono essere sia rischi batterici che virali. La tecnologia LED UV-C si dimostra quindi ancora una volta una protagonista decisiva per la lotta a questo terribile virus.
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